“CONSACRAZIONE DEL CARDINALE GIUSEPPE POZZOBONELLI NELLA CHIESA DEI SS. AMBROGIO E CARLO AL CORSO A ROMA” di GIOVANNI PAOLO PANNINI
Agnese Serrapica
G. P. Pannini - Consacrazione del cardinale Pozzobonelli, 1743-44. Como, Musei Civici
L’opera di Giovan Paolo Pannini giunse ai Musei Civici di Como tramite il legato Celesia: essa, infatti, già nota precedentemente e conservata nella villa Celesia di Grumello (Como), pervenne ai Musei Civici per lascito testamentario di Giulia Celesia nel 1955. Non sono segnalati i passaggi di proprietà dai Pozzobonelli, committenti e collezionisti, fino ai Celesia, discendenti probabilmente dal marchese Porro Carcano, nipote del Cardinale. L’opera risulta citata in un documento testamentario datato 1774 nella Camera d’Udienza di Palazzo Arcivescovile, probabilmente destinato proprio al suddetto nipote del Cardinale.
La tela rappresenta il solenne ingresso di Giuseppe Pozzobonelli, arcivescovo di Milano, nella chiesa romana dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso, in occasione della cerimonia della sua elevazione alla porpora cardinalizia, in data 21 luglio 1743, per mano di papa Benedetto XIV, che nell’opera compare seduto sul trono papale, posto innanzi all’altare maggiore, al culmine della navata. Il Pannini ha rappresentato il luogo dello storico evento con un accurato naturalismo: l’edificio raffigurato è infatti del tutto conforme a quello definitivo, che la chiesa assunse dopo gli interventi secenteschi (costruzione di tamburo e cupola) di Pietro da Cortona, ultimati nel 1619. Il “dipinto nel dipinto”, posto sull’altare maggiore nell’opera del Pannini, riproduce la grande tela con “I santi Ambrogio e Carlo al cospetto di Cristo, della Vergine e degli Angeli”, eseguita da Carlo Maratta nel 1685-1690, racchiusa in una cornice di marmi policromi, ultimata nel 1723-24. Sul catino absidale, sulla volta del presbiterio e sui pennacchi della cupola è riprodotta una parte degli affreschi di Giacinto Brandi, eseguiti tra il 1671 ed il 1677. La tela è tuttavia contraddistinta da una curiosa ambiguità d’invenzione: la disposizione delle figure al centro della scena e la direzione da cui penetra la luce nella navata lasciano infatti supporre che il corteo ecclesiastico, avviato verso l’altare maggiore, sia penetrato nell’edificio non da uno dei tre portali della facciata principale, ma da una porta laterale, aperta sul fianco sinistro della chiesa, all’altezza della terza campata. Questo accorgimento, non riscontrabile nella realtà architettonica della chiesa, consente al pittore di presentare frontalmente il protagonista dell’evento senza alterare la coerenza prospettica della scena, e di rappresentare, con evidenza scenografica, un gruppo di spettatori, tra cui alcuni mendicanti.
La proposta della critica è quella di delimitare cronologicamente il dipinto agli anni 1743-1744, in concomitanza col soggiorno romano del Cardinale Giuseppe Pozzobonelli e con la commissione al Pannini del quadro con la consacrazione del prelato. I contatti tra il Pannini ed il Cardinale Pozzobonelli, probabilmente inaugurati proprio nel corso di questo secondo soggiorno romano del prelato (1743-1744), sono attestati in una successiva lettera, datata 25 febbraio 1745. I rapporti intercorsi tra il cardinale milanese ed il pittore piacentino Pannini sono ricordati, appunto, nella lettera indirizzata dall’artista al marchese Alessandro Gregorio Capponi proprio in data 25 febbraio 1745 ( Biblioteca Vaticana, Cod. Capponi 283/l, c.54, citata da F. Arisi, Gian Paolo Pannini, Piacenza, 1961, p.175). Il Pannini, per il committente Pozzobonelli, realizzò una serie di 14 dipinti, ed in aggiunta questo quadro. La storia dell’opera evidenzia l’atteggiamento di committente del cardinale, combinazione di senso religioso e scrupolo storico nella ricostruzione delle vicende storiche e nella descrizione architettonico-decorativo-liturgica degli spazi sacri. La visualizzazione teatralizzata di questa scelta emerge dall’analisi di questo dipinto, che raffigura, con rigore e monumentalità, l’inizio della processione che porterà il Pozzobonelli a ricevere la berretta dalle mani di papa Benedetto XIV. Nell’organizzazione tra spazio e personaggi, va rilevato l’uso sapiente della prospettiva, che privilegia il protagonista Pozzobonelli, lasciando inalterata la corretta gerarchia col papa, la partizione ordinata e composta dei gruppi presenti alla cerimonia, la precisa rappresentazione della chiesa romana, inizialmente progettata da Onorio Longhi grazie ad una donazione del cardinale Alessandro Omodei.
Anche l’Arisi aveva datato l’opera intorno agli anni 1743-1744: tale collocazione cronologica, avvalorata dal tema stesso del dipinto, è confermata dai confronti stilistici con altre opere eseguite in quegli stessi anni, che presentano una medesima impaginazione prospettica e analoghe cadenze cromatiche. La stessa esecuzione delle figure sembra essere riscontrabile, tra gli altri, anche nelle due tele rappresentanti “Carlo III di Borbone in Piazza San Pietro” e “Carlo III di Borbone rende visita a Benedetto XIV al Quirinale” del Museo di Capodimonte di Napoli, firmate e datate rispettivamente 1745 e 1746.
Stato di conservazione dell’opera: la superficie del dipinto presentava ovunque larghe conchigliature nonché i segni degli spigoli del telaio ai margini. La vernice era opacizzata e ossidata. In alto a destra era visibile un piccolo foro, coperto a tergo da una pezzuola, e la tela era allentata per aver subito un colo d’urto.
Restauro: il restauro conservativo più rilevante è stato eseguito nel 1980. Durante le operazioni, si è proceduto alla velinatura (con applicazione di uno strato di pellicola protettiva) preparazione del retro e foderatura a colla di pasta con tela pattina. E’stato sostituito il vecchio telaio con uno nuovo in abete stagionato di 3,5 cm di spessore e a doppia crociera. La pulitura è stata eseguita con solventi volatili, atti a garantirne una migliore conservazione. Un piccolo ritocco e la verniciatura finale hanno completato l’intervento di restauro.
BIBLIOGRAFIA:
-Natale M., Collezioni Civiche di Como. Proposte, scoperte e restauri, Milano, 1981 -Bona Castellotti M., La pittura lombarda del ‘700, Milano, 1986 -Arisi F.,Gian Paolo Pannini e i fasti della Roma del ‘700, Roma, 1986 -Bona Castellotti M., Collezionisti a Milano nel Settecento Giovan Battista Visconti, Gian Matteo Pertusati e Giuseppe Pozzobonelli, Firenze, 1991 -Bianchi E., “La collezione Pozzobonelli”, in AAVV, Quadreria dell’Arcivescovado, a cura di M. Bona Castellotti, Milano, 1999 -Bona Castellotti M., “Collezionisti e committenti a Milano nel Seicento e nel Settecento”, in AA. VV., Pittura a Milano dal Seicento al Neoclassicismo, a cura di M. Gregori, Milano, 1999
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