COMMEDIA DELL'ARTE – LE
MASCHERE
Giuliano Confalonieri
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Arlecchino, Balanzone, Brighella, Matamoros, Colombina, Gianduja,
Gioppino, Pantalone, Pierrot, Pulcinella, Meneghino, Zanni: sono alcune
delle maschere tradizionali regionali che movimentano le scene teatrali
e le grandi baldorie carnevalesche.
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Meneghino, lombardo del Seicento, servitore che deride i difetti della
classe nobile.
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Pantalone, vecchio avaro veneziano.
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Rugantino, bullo romano arrogante.
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Gianduja, contadino piemontese con caratteristiche simili a quelle di
Bertoldo.
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Pulcinella, servo napoletano furbo e pigro.
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Colombina, servetta veneziana fidanzata di Arlecchino.
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Arlecchino, furbo e scaltro, protagonista di alcuni testi di Goldoni.
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Pierrot, servo fidato ideato in Italia nel Cinquecento.
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Brighella, autore di intrighi ai danni del prossimo.
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Gioppino, burattino bergamasco.
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Zanni, servo imbroglione e pasticcione.
Negli spettacoli del teatro greco, sulle piazze medievali e nelle Corti
rinascimentali, l'uso della maschera come mezzo espressivo era molto
diffuso. La Commedia dell'Arte con le sue caratteristiche venne
soppiantata dalla riforma effettuata dai testi di Carlo Goldoni. Nel
film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, la compagnia di guitti si
esibisce dal Carro di Tespi a favore di un pubblico eterogeneo, nel film
La strada di Federico Fellini, Zampanò e Gelsomina impersonano la
povertà e l'ingenuità del pubblico del secondo dopoguerra. Maschere
umane o di cartapesta che riflettono momenti storici e stati d'animo
atemporali.
Uno degli interpreti più famosi ed apprezzati nel ruolo di Arlecchino è
stato Ferruccio Soleri (nato a Firenze nel 1929), attivo per molti anni
al Piccolo Teatro della città di Milano, scelto dal regista Giorgio
Strehler come sostituto di Marcello Moretti. Questa maschera nasce dallo
Zanni bergamasco e dai personaggi della tradizione popolare del mondo
agricolo (nella Historia Ecclesiastica si racconta di una familia
Herlechini). Chi indossa la maschera assume l'identità dell'oggetto
rituale il cui uso risale agli antichi egizi (nella Grecia arcaica la
maschera non viene più deposta sul volto del cadavere, ma resta comunque
simbolo di morte).
Virgilio descrive le maschere in onore di Bacco come “ora horrenda”. Nel
teatro greco venivano usate per caratterizzare il personaggio e come
cassa di risonanza della voce. Nella Commedia dell'arte diventano
costumi e ricoprono tutto il corpo. Soleri debuttò al Piccolo nel 1957
continuando la tradizione della comedie italienne, perciò nel 2006 gli
fu assegnato il Leone d'Oro alla carriera. Il suo lavoro fu premiato con
la nomina a Grande Ufficiale dalla Presidenza della Repubblica Italiana.
Nel 2010, dopo 50 anni di Arlecchino, viene menzionato nel libro del
Guinness dei primati per la più lunga performance di teatro nello stesso
ruolo.
Giuliano Confalonieri
giuliano.confalonieri@alice.it
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