Un viaggio in Cina
tra le millenarie fonti d'ispirazione
Alessandra Doratti
L'amore che l'artista prova per la natura e la sua commozione di fronte
agli spettacoli che essa stessa gli offre, affiorano in tutta l'arte
cinese, si tratti di poesia o di pittura, di calligrafia o di ceramica.
Sotto l'influsso della poesia, dopo che la pittura si è svincolata
parzialmente dalle preoccupazioni rituali e religiose, l'artista
cercherà nella natura le fonti principali della propria ispirazione. Le
opere pittoriche cinesi ci sembrano straordinariamente vicine e
accessibili: paesaggi grandiosi, montagne tagliate da cascate e da
torrenti, fiumi immensi, nebbie da cui emergono in lontananza vette e
picchi, oppure rappresentazioni di fiori, di piante, di uccelli,
d'insetti, e perfino del più umile ortaggio, che l'artista reintegra
nella sua dignità di creazione della natura e di fonte di evocazioni
poetiche. Quest'acuta sensibilità agli spettacoli naturali non è
comparsa spontaneamente. Non è dovuta né al temperamento particolare
dell'uomo, né a un'attrazione specifica che la natura esercita su di lui
in Cina. Si è sviluppata o in virtù di determinati imperativi che
obbligarono le antiche popolazioni rurali cinesi a mantenere con la
natura un dialogo ininterrotto, grazie al quale il linguaggio e
l'espressione letteraria presero forma e si instaurarono
definitivamente. Fra le classi dirigenti dell'antica società cinese si
formarono teorie relative all'universo, caratterizzate da un concetto
comune della natura, della sua materialità e del suo dinamismo.
Durante varie epoche inquiete e agitate, le contraddizioni manifestatesi
in seno alle classi dirigenti indussero alcuni dei loro membri a
ritirarsi dalla vita attiva per vivere isolati nelle case di campagna,
oppure in qualche monastero buddista o taoista, dove, a contatto con la
natura, si dedicarono alla poesia, alla calligrafia, alla pittura.
Non ci è pervenuto nessun esempio di pittura anteriore alla seconda metà
del primo millennio a. C. Tuttavia si ritiene generalmente che molto
prima di questo periodo i palazzi venissero ornati ad affresco e si
dipingessero bandiere o orifiamme di seta e di altri tessuti. Il
pennello veniva comunque già utilizzato, poiché gli ornati dei magnifici
bronzi dell'epoca ci rivelano una notevole maestria nell'arte della
decorazione e del disegno. Verso il VII-VI secolo a. C. la decorazione è
addirittura trattata come un quadro vero e proprio. Sotto la dinastia T'ang
(618-907), la Cina attraversa uno dei periodi più fortunati della sua
storia. L' immenso impero estende il proprio potere, direttamente o
indirettamente, dalla Corea al Kashmir, e dall'Himalaia alla Mongolia.
Fin dal VII secolo il Tibet riconosce la sovranità cinese. L'impero si
viene a trovare in tal modo a contatto diretto con l'Asia occidentale e
sud-orientale, e stabilisce intensi rapporti col Giappone.
La Cina diventa la più grande potenza non solo asiatica, ma del mondo.
Chang-an, la capitale politica, culturale e commerciale di quest'immenso
Paese saldamente organizzato nella sua struttura politico
amministrativa, è una grande metropoli in cui convergono da ogni parte
dell'Asia ambasciatori, mercanti e missionari. Benché le scene della
vita di corte e la ritrattistica conservino in pittura una notevole
importanza, il paesaggio tende a occupare il primo posto nella gerarchia
dei soggetti, e verso la fine della dinastia vediamo comparire temi
nuovi: fiori, uccelli, insetti...
Il Buddismo tocca l'apogeo durante il VII secolo. L'arte buddista, come
arte religiosa giunge alla maturità, valicale frontiere e ispira
largamente la pittura giapponese. Durante questo periodo si formano due
principali correnti artistiche: una mira alla "restaurazione della
realtà", e cioè il colore, in particolare i verdi e gli azzurri, ha una
notevole importanza. L'artista tende a riempire tutta la superficie, la
pennellata è precisa, la costruzione equilibrata, i colori distribuiti
con cura all'interno dei contorni ben disegnati. I temi umani conservano
la loro importanza (scene di vita di corte, ritratti...). L'esecuzione è
spesso lenta, meditata, e i particolari sono curati al massimo e
descritti minuziosamente. Il paesaggio lascia un ampio spazio all'uomo e
alle sue opere: padiglioni o palazzi disegnati con accuratezza, secondo
le regole della prospettiva aerea. La poesia di questi paesaggi consiste
soprattutto nella trasparenza quasi luminosa dell'atmosfera. L'altra
corrente mira principalmente a una "trasposizione sintetica". Il colore
ha qui una funzione secondaria; le varie tonalità che si ottengono
prendendo come base l'inchiostro nero possono bastare a rendere i valori
cromatici. Il tratto di pennello intende suscitare di per sé, come nella
calligrafia, un'impressione di dinamismo.
L'acquerello a inchiostro nero, e talvolta anche i colori, sono
distribuiti senza un tracciato preliminare, con pennellate ampie.
Spesso, le varie tonalità di uno stesso colore sono sovrapposte, per
rendere le sfumature e i contrasti. L'esecuzione è rapida, i particolari
secondari vengono trascurati, l'accento è posto sui caratteri
essenziali. L'artista cerca innanzitutto di trasmettere un'emozione
poetica anziché di rendere facilmente gli argomenti descrittivi. Il
paesaggio ha una funzione essenziale con una predilezione per gli
effetti delle nebbie e dei vapori, per le lontananze indefinibili.
Nei ritratti, assai spesso immaginari, i personaggi sono ridotti alle
linee essenziali, che agli occhi dell'artista esprimono le loro qualità
precipue. Nella collocazione del soggetto, le parti non dipinte, il
vuoto, il fondo neutro della carta o della seta hanno un posto
preminente.
L'impero T'ang alla fine del IX secolo crolla. Lo scadimento del sistema
di proprietà fondiaria, la spartizione delle terre demaniali in feudi
sconfinati, l'aumento delle tasse e delle imposte provocano forti
movimenti popolari. Appena nel 960, un generale del nord, al servizio
dell'ultima delle cinque dinastie si impadronisce del potere e fonda la
dinastia Sung, e così inizia la riunificazione del territorio cinese
sotto un potere centrale che controlla effettivamente la politica
militare, finanziaria e amministrativa del Paese. Verso la fine del X
secolo l'impero cinese è ricostruito. La capitale è K'aifeng. Vengono
costituite delle accademie di pittura indipendenti che acquistano
nuovamente un grande prestigio durante il regno di Kao-tsung (1138).
Il paesaggio diventa di un'importanza sempre crescente. I ritratti e le
scene di genere, tuttavia, non vengono abbandonati, soprattutto sotto i
Sung meridionali; anzi assumono un nuovo significato in conseguenza
degli sviluppi dell'urbanesimo e della formazione del celo mercantile.
Sotto i Sung meridionali, il forte influsso dei maestri T'angf e delle
Cinque Dinastie si rivela nelle tendenze arcaicizzanti della corte di
Kagtsung; ma ben presto si affermerà uno stile nuovo, che parla più
direttamente al sentimento, specialmente nei paesaggi in cui l'artista
tenterà di riflettere, con l'atmosfera caratteristica del sud, il
proprio stato d'animo. E durante il XII e XIII secolo i grandi pittori
daranno libero corso alle loro interpretazioni poetiche della natura.
I quadri ad acquarello che rappresentano paesaggi sono dipinti con
un'estrema semplicità di mezzi, lasciando posto al colore neutro e
indefinito dello sfondo, che a volte appare come una distesa d'acqua, a
volte come nebbia, oppure come un orizzonte lontano. Alcuni pittori,
affini a questa tendenza, adottano però, specie per i primi piani, e per
i particolari cui si vuol dare risalto, un tratteggio più dinamico,
derivato direttamente dallo stile calligrafico che andava allora di
moda, uno stile nervoso, rapido, conciso, il cosiddetto "carattere
d'erba" o corsivo, in netto contrasto con la dolcezza degli sfondi.
Si mette a confronto l'uomo con la natura e si tende a esprimere la pace
e la calma che emanano dai suoi paesaggi estesi contemplati quasi sempre
da un'altura. Gli artisti dell'Accademia dei Sung meridionali dipingono
volentieri anche fiori, animali, uccelli, ispirandosi per lo stile ai
loro predecessori di K'aifeng. Fiorisce anche un gruppo di artisti che
non intende assoggettarsi all'organizzazione e alle direttive
dell'Accademia per dedicarsi a una forma di pittura più libera e
indipendente.
Le opere di questi artisti, tutte a inchiostro nero, sono caratterizzate
da un'assoluta semplicità, dall'importanza data agli spazi vuoti, dal
sacrificio di ogni particolare che non sia strettamente indispensabile:
abbiamo così i paesaggi immersi nella nebbia, in cui alcuni tocchi
sapienti suggeriscono l'idea delle montagne, delle rive di un fiume, dei
villaggi. Oppure abbiamo le pitture d'uccelli, d'insetti, di fiori, o
anche di personaggi che sembrano appena abbozzati con poche pennellate e
tuttavia esprimono le proprie qualità peculiari e il sentimento che
suscitano nell'artista.
Alessandra Doratti