Giuliano Confalonieri
MADONNA DELLA MISERICORDIA – EDICOLA XVIII SEC. – STATUA XVII SEC.
La professione di fede religiosa – qualunque fede – è espressa nei modi più diversi, dal Santuario al rito, dalla preghiera individuale agli ex voto. Le crociate, per esempio, furono grandiosi movimenti popolari scaturiti dall’Europa cristiana nell'intento di liberare la Terra Santa dagli occupanti musulmani. Una accozzaglia di gente sospinta dalle più diverse motivazioni ad un tremendo viaggio attraverso territori ostili, senza una organizzazione alle spalle, spesso senza possibilità di ritirata, senza assistenza e disciplina. La Croce rossa sul petto era l’emblema e lo scopo di queste migrazioni di centinaia di migliaia di persone (predatori, assassini, aristocratici, bambini, principi, cavalieri, frati, preti, contadini, fanatici, pellegrini, baldracche, mistici, artigiani) che costituirono un fenomeno inimmaginabile. Incitati dal grido Dio lo vuole partivano attratti da sogni di conquista, di ricchezza e di meriti per la salvezza dell’anima. Trecentomila individui furono condotti allo sbaraglio da Pietro l’Eremita (1095/1096), decimati prima di giungere in Palestina. La prima crociata ufficiale (1097/1099) riuscì ad espugnare Gerusalemme pur senza fare cessare la pressione militare araba e turca. "Cavalieri con scudo spada e corazza, penitenti con rami di palma in mano, fieri prelati e poveri contadini su carri trainati da buoi, donne e bambini, umili monaci e Re sotto il baldacchino, canaglie e buona gente, si unirono tutti per duecento anni sotto il segno di un’idea che non divenne mai realtà. L'avventura delle Crociate è una Storia di santi e di pazzi, di superstiziosi e di eretici, di realisti e di entusiasti; cronaca traboccante di tenebre e disperazione, d'eroismo e strazio, d'amore, ferocia e fede, di egoismo e avidità" (J. Lehmann). Nel 1147/1149 Papa Eugenio III bandì una nuova crociata agli ordini di Corrado III e Luigi VII per contrastare i Turchi: Gerusalemme fu riconquistata dal Saladino. Con la terza crociata (1189/1192), Barbarossa, Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone entrarono in San Giovanni d’Acri ma non a Gerusalemme. Un va e vieni pregno di passioni, stragi, litigi, battaglie, armistizi e tradimenti. La Terra Santa come palcoscenico e Re Luigi IX di Francia come ultimo attore tragico, morto di peste dopo lo sbarco in Tunisia (1270). Scendiamo dai gradini della grande storia per infilarci nei carruggi genovesi odoranti di pesce e di umanità e troveremo, ancora oggi che l’angiporto è diventato più cosmopolita, molte edicole di marmi e stucchi, alcune restaurate dal degrado ridando loro forma e colore originali. In via Prè e dintorni – nonché nel Museo di S. Agostino – sono incastrate nelle murature alcune Madonna col Bambino, Madonna della Misericordia, Madonna Immacolata, Madonna Assunta, Madonna in gloria, Sacra Famiglia, Madonna del Cardellino, Madonna in trono. Naturalmente ognuna ha la sua datazione e la sua storia ma tutte sono nate dal desiderio del popolo, in particolare dei naviganti, di offrire un pensiero alieno dalle difficoltà quotidiane; gli ornamenti sono stati depauperati nel corso del tempo da incuria, furti e azioni vandaliche. Nella città vecchia si aprono spazi scenografici che l’edicola votiva rende maggiormente attraenti perché vi si può leggere la religiosità delle varie epoche genovesi; specialmente quelle più antiche che, oltre ad essere espressioni dell’arte dal XIV secolo, offrono la commozione di riunire il passato con il presente: il bassorilievo Madonna in trono col bambino, ricoverata nel Museo e sostituita da una copia, è tra gli esempi più arcaici della devozione popolare.
Ecco alcuni siti dove è possibile ammirare queste piccole-grandi opere: Via Prè, Piazza del Campo, Via Fossatello, Via S. Siro, Via Maddalena, Via S. Luca, Vico del Filo, Via Giustiniani, Vico Gattilusio, Vico sotto le Murette, Vico di Campo Pisano, Vico delle Mele, Museo S. Agostino...
La loro catalogazione risale al 1990 – quinto centenario dell’apparizione sul Monte della Madonna della Guardia, quasi simultaneamente alle celebrazioni colombiane – e la loro tutela meriterebbe più attenzione. Nel 2000, in occasione del Giubileo, si è ritornati al progetto di sistemazione di calchi degli originali migliori al loro posto primitivo in modo da non snaturarne la funzionalità culturale e religiosa. La maggioranza di queste rappresentazioni della sacralità è dovuta all’interessamento delle Contrade e delle Consorterie per evidenziare il culto della Madonna diffusosi nel XII/XIII secolo. San Giorgio e San Giovanni Battista, patroni di Genova, sono venerati per proteggere negozi e attività artigiane nei singoli quartieri: i barcaioli ed i pescatori del passato, stazionanti soprattutto nella zona portuale insieme agli scaricatori, hanno contribuito ad arricchire gli angoli o le facciate delle case con questi apporti artistici che, sommariamente, sono suddivisi in:
- medaglioni in marmo; - sculture e bassorilievi; - strutture decorative.
giuliano.confalonieri@alice.it
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