Pochi sono a conoscenza del fatto che,
solo in un periodo relativamente recente, è nata l'idea di collezionare
pezzi d'argento antico inglese. Salvo rare eccezioni, persino gli
acquirenti dilettanti del XVIII secolo, durante i loro lunghi viaggi
d'acquisto in Europa, raccoglievano quasi tutto all'infuori
dell'argento. Nello stesso periodo gli intenditori inglesi accordarono
il loro appoggio alle botteghe degli argentieri e, lungo tutto l'arco
del XVIII secolo, gli artigiani di Londra, come d'altronde quelli di
Parigi, di Augsburg e, in minor misura, quelli di Roma e di Napoli,
conclusero ottimi affari con i ricchi mecenati dell'intera Europa e
America, da Stoccolma a Pietroburgo, a Lisbona e oltre Atlantico, fino a
Boston e New York.
La mentalità dei ricchi patrocinatori di allora era peraltro molto
diversa da quella dell'odierno collezionista. Gli argenti servivano per
essere esposti a sottolineare lo status e la ricchezza del proprietario.
Poiché era di moda possedere il maggior numero possibile di pezzi nello
stile più recente, quelli sciupati o non più attuali venivano molto
spesso fusi e l'argento veniva impiegato per la realizzazione di nuovi
modelli. Si pensava inoltre che, essendo il metallo degli oggetti dello
stesso tipo usato per il conio delle monete sarebbe stato facilmente
convertibile in lingotti, cosicché una buona parte andò perduta per
finanziare guerre, per effettuare il pagamento di tasse o anche per far
fronte al bilancio familiare. In molti paesi tormentati da guerre che
sembrano non aver mai fine, grandi quantità d'argento furono fuse e mai
più rimodellate, come ad esempio in Francia sotto Luigi XIV. Infatti,
molti argentieri francesi del XVII e XVIII secolo sono giunti fino a noi
solo grazie al fatto che appartenevano a famiglie non residenti in
Francia, ma in Russia, Svezia e persino in Inghilterra.
Fortunatamente per il collezionista di argenti inglesi, dopo la metà del
XVII secolo, cessò questa fusione su pezzi di vasta scala, sebbene nel
1696 il governo, allarmato dal fatto che i pezzi di conio venivano
largamente usati per produrre argenteria, emanò un decreto, invitando la
popolazione a «portare il vasellame per consentire il conio di moneta».
Per fortuna ben pochi risposero all'appello, gli altri lasciarono
l'argento sotto forma di verghe nei loro forzieri accettando il fatto
che il nuovo argento (conosciuto poi con il nome di Britannia dalla
figura del Britannia stampigliata poi su di esso) sarebbe stato di grado
superiore. Oggi le famiglie gravate da pesanti tasse, spese morte e
altre imposizioni governative, invece di far fondere l'argento,
preferiscono venderlo, ed esso rinasce a nuova vita in musei o in case
spesso lontane dall'antico proprietario e persino dal paese d'origine.