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Giuliano Confalonieri
ANTONELLO DA MESSINA
L’Associazione
culturale omonima si occupa di questo pittore (il cui nome originale è
Antonio di Giovanni de Antonio, nato e morto a Messina 1430/1479)
rilevante rappresentante dell’arte del
XV secolo,
acquisì l'atmosfera della
pittura fiamminga
insieme a quella della scuola italiana. Durante la carriera dimostrò
una costante capacità di accogliere gli stimoli delle città che
visitava, offrendo a sua volta importanti contributi (secondo la
tradizione fu il primo ad usare la pittura ad olio). L’apprendistato
come garzone di bottega iniziò a 15 anni con un regolare contratto
notarile che lo impegnava per tre anni. La prima commissione come
maestro risale al 1457. Nel 1461 entrò nella bottega il fratello minore
Giordano e insieme produssero quadri che analizzavano le caratteristiche
fisiche e psicologiche del personaggio. Nei ritratti dispose sempre uno
zoccolo marmoreo con firma e data. Negli anni successivi andò a Roma, in
Toscana, nelle Marche e Venezia. Il
Salvator mundi
è la prima opera firmata e datata Millesimo quatricentessimo sexstage/simo
quinto viije Indi Antonellus / Messaneus me pinxit. Del
1475
è il
San Girolamo nello studio, conservato
alla
National Gallery di
Londra.
La scena, inquadrata in un arco di trionfo, è costruita in modo che i
raggi luminosi coincidano con quelli prospettici, avendo come centro il
busto e le mani del santo, che viene colto al lavoro nel suo studio,
ingombro di libri e di oggetti, meticolosamente rappresentati. Del
1475
è l'Ecce Homo del
Collegio Alberoni
di
Piacenza firmato e datato: 1473
Antonellus Messaneus me pinxit, appartenente alla
serie di dipinti
che porta lo stesso nome. La
Crocifissione
della National Gallery di Londra (1475 / Antonellus Messaneus / me
pinxit), ed il
Ritratto d'uomo
della
Galleria Borghese. Del
1476
è il
San Sebastiano di
Dresda,
parte centrale del Trittico di San Giuliano. Dopo il ritorno in
Sicilia, realizzò nel
1476
l'Annunciata
di Palermo: Dello stesso anno è il
Ritratto d'uomo, detto
Ritratto
Trivulzio, del
Museo Civico
d'Arte Antica di Torino in cui l'incarnato
si accorda perfettamente con il colore rosso della veste (questo
ritratto impressionò anche
Galeazzo Maria
Sforza il quale invitò più volte Antonello
nella capitale lombarda, ma senza successo). Tra il
1476
e il 1478
dipinse la
Pietà
del Museo
del Prado, inserita in un paesaggio con
teschi e tronchi secchi che simboleggiano la morte, mentre in secondo
piano la città e il verde della natura simboleggiano la Resurrezione.
Morì a Messina nel
1479
e nel suo testamento chiese di essere sepolto in un saio monacale.
Divise la sua eredità in modo equo tra moglie e figli. La tomba è a
Messina nella
chiesa di Santa
Maria di Gesù Superiore.
Giuliano Confalonieri
giuliano.confalonieri@alice.it