AFFRESCHI & MURALES
Giuliano Confalonieri
La pittura murale eseguita “a fresco”, cioè su uno strato di intonaco leggero (scialbo) ancora umido ha consegnato alla storia dell’arte i capolavori che tutti conoscono come la ‘Cappella Sistina’ (la volta di Michelangelo) nel Vaticano o il ‘Cenacolo’ di Leonardo a Milano. Con il passaggio dei secoli, gusti e mode ma soprattutto i nuovi materiali usati dagli artisti hanno defilato la delicata tecnica dell’affresco che talvolta umidità, muffe e batteri deteriorano richiedendo l’intervento dei restauratori formatisi nelle scuole d’arte e armati di una tenace pazienza. I colori sintetici hanno dato all’innato bisogno di esprimersi (dai graffiti preistorici alla tridimensionalità) un nuovo impulso alla creatività per l’immediatezza d’uso (se l’uso delle bombolette spray fosse meno invasivo e più oculato, i muri delle nostre città non presenterebbero l’oscenità ostentata di cose volgari e inutili). Negli ultimi decenni si è affermata la nuova scuola dei murales, grandi estensioni realizzate da artisti naif e non. Un genere che si sta estendendo a intere pareti di città e borghi rivalutando l’architettura povera dei contadini e diventando musei all’aperto sotto l’egida dell’Associazione Italiana Paesi Dipinti. Le scene rappresentate variano dalle tradizioni della terra che le ospita a soggetti di varia natura, tutte nate con l’intenzione di dare al passante un nuovo stimolo visivo. Spesso i pittori espongono idee di ribellione, di protesta per le dimenticanze degli Enti, altrimenti sono disegni dell’impegno quotidiano nelle varie attività con una vivacità che coinvolge. Negli anni Cinquanta del secolo scorso anche Aligi Sassu si è impegnato in questa forma espressiva donando alla Valcuvia alcune opere, Arcumeggia è un esempio di valorizzazione con migliaia di visitatori, Valloria di Prelà in Liguria ha la caratteristica di mostrare oltre un centinaio di porte d’ingresso dipinte nei modi più disparati, insomma manifestazioni artistiche che racchiudono nello spazio le idee come quelle tradizionali “sacre alle muse”. Alcune opere sono a tema: episodi della storia, del lavoro, dei marchi storici industriali, delle invenzioni. Con le vernici (la voce enciclopedica riporta: miscugli di varia consistenza, pigmentati o no che stesi in strato sottile su una superficie, per azione dell’ossigeno dell’aria, per polimerizzazione o per vaporizzazione essiccano formando una pellicola) vengono rappresentate anche immagini sacre che raccontano le vite di personaggi venerabili; gli antichi affreschi delle chiese si sono rigenerati nella moderna arte di strada proprio come i giocolieri ed i cantastorie di tanti anni fa.
giuliano.confalonieri@alice.it
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