Adolfo Levier

 

Walter Abrami

 

 

 Condividi su Facebook

 

                        

Levier fu pittore molto abile e veloce: dipingeva ogni giorno dopo pranzo e le sue opere sono spesso gagliarde e spregiudicate.
Era capriccioso, ricco e noto per la sua avarizia: aveva lo studio in via Torrebianca e frequentava i caffè del Viale XX Settembre.
Prediligeva i cartoni perché erano economici e spesso completava i suoi quadri, soprattutto i ritratti, nel breve spazio di qualche ora.
Otteneva una pittura solare, ricca di umori, sciolta: gli premeva di cogliere sempre l'essenziale!
Per la rapidità d'esecuzione sorprendeva persino i colleghi più critici ed esigenti che lo stimavano e apprezzavano la sua spontaneità e l'uso coraggioso delle tinte audaci.
Fu attivo, tenace, ma anche timido.
Espose per la prima volta all'età di 28 anni: tra gli artisti triestini della sua generazione fu tra i primi a comprendere la grande novità dell'Impressionismo. Visse a Parigi e ammirò in modo particolare Cézanne e Matisse.
Livio Rosignano che gli fu molto vicino quand'egli era ormai anziano, ne tracciò un felice ritratto in Dieci pittori triestini: "Era gentiluomo riservato, estremamente gentile, riguardoso. L'Acquedotto era un po' il suo regno; vi si recava la mattina con la sua Bruna, per leggiucchiare il giornale; ma soprattutto per godersi il paesaggio, il paesaggio dei giovani, seduto su una comoda sedia. (...) D'estate ci andava pure alla sera; e attorno a lui s'infittiva un nutrito gruppo di amici e pittori, che allargavano la già gonfia tavolata, la quale impediva il via vai della folla di cui a quei tempi privi di televisione, il Viale rigurgitava. Se le forze fisiche lo avevano un po' abbandonato, il suo spirito rimaneva ancora vivido, attento, giovanile, burlesco; le sue battute riuscivano sempre esilaranti, le barzellette poi lo facevano ridere fino alla lacrime. (...)".
Amava la compagnia: nonostante l'affetto che nutriva per la sua consorte — è noto che lei gli preparava la biacca e altri colori per i suoi dipinti — era da molti conosciuto quale impenitente donnaiolo e non perdeva occasione di avvicinare, ovunque si sentisse lontano dagli sguardi della moglie, belle signore.

 

 

Walter Abrami