Matteo Gardonio
DIPINTI DEL PITTORE FRIULANO
ANTONIO ZUCCARO
A
ZAGABRIA
Originario di San Vito al Tagliamento, dove nacque nel 1815, Antonio Zuccaro
decise di trasferirsi a Trieste nel 1853, dopo una formazione accademica a
Venezia avvenuta tra il 1843 e il 1852 sotto la guida di Giuseppe Borsato e
Ludovico Lipparini, perché "non trovò purtroppo nel suo paese quell'incoraggiamento
che avrebbe dovuto attendersi"1.
Iniziò quindi a lavorare assiduamente nel litorale della Dalmazia soprattutto
per la decorazione dei teatri (Sebenico, Zara, Spalato) e delle chiese esistenti
nelle isole in quella fascia costiera, sino alla più remota isola di Corfù2.
Riuscì ben presto ad ottenere incarichi prestigiosi grazie non tanto alle sue
qualità di pittore, buone nelle opere chiesastiche e di ritrattista meno nelle
decorazioni teatrali, quanto piuttosto a quelle di ispettore: il governo
austriaco lo incaricò infatti nel 1877 di rilevare i danni fatti alle chiese di
rito greco orientale dopo gli avvenimenti dell'insurrezione dalmata del 18693.
Poco tempo prima, nel 1873, Zuccaro aveva partecipato anche all' Esposizione
Universale di Vienna ottenendo un discreto successo tanto che la contessa
Buratti di Zagabria gli acquistò delle opere. Proprio per la capitale croata
egli iniziò a lavorare in questo giro d'anni, e in quella città, ancor oggi, si
conservano alcune opere di primo piano nella sua vasta produzione; una tela in
particolare emerge poiché creduta distrutta. Si tratta della Ragazza di
ritorno dal mercato di Zara4.
1 - Antonio Zuccaro, Ragazza di
ritorno dal mercato di Zara. Zagabria, Museo d'Arte.
Il dipinto, che si pensava perduto a causa d'un bombardamento aereo avvenuto
durante la seconda guerra mondiale, decora una delle sale del Museo d'Arte di
Zagabria e precisamente quella facente parte della collezione Gvodzdanovic5.
Va considerato a tutt'oggi come il capolavoro del pittore sanvitese il quale,
non rinunciando a una descrizione particolareggiata di alcuni dettagli (i
gioielli ad esempio), imbeve la tela di un colorismo alla veneta reso ancor più
denso dalla luce del tramonto che pervade il dipinto. Va osservata anche la
veste che avvolge le gambe della modella, la moglie del pittore, resa come fosse
uno splendido arazzo.
Venne quindi chiamato a Zagabria per una commissione di carattere ufficiale,
vale a dire i ritratti dei rettori dell'università cittadina. Eseguiti nel 1876
e ancora oggi visibili in loco, raffigurano nell'ordine Matja Mesic, Stjepan
Spevec e Konstantin Vojnovic.
3 - Antonio Zuccaro, Ritratto di
Stjepan Spevec. Zagabria, Università degli Studi.
4 - Antonio Zuccaro, Ritratto di Konstantin Vojnovic. Zagabria,
Università degli Studi.
5 - Antonio Zuccaro, Ritratto di Matja Mesic. Zagabria, Università degli
Studi.
I tre effigiati rappresentano
un ulteriore tassello per la comprensione della ritrattistica di Zuccaro, che lo
pone fra i migliori interpreti del genere che il Friuli abbia dato a metà
Ottocento. Colpisce in particolare la raffigurazione di Stjepan Spevec
caratterizzato dal volto ingentilito e dallo sguardo incisivo ma soprattutto per
il gioco delle mani che, irrequiete, trovano sistemazione rispettivamente l'una
in tasca e l'altra infilata nella giacca.
2 - Antonio Zuccaro, Ritratto di
Eleonora Gattorno con il figlio Gustavo. Pordenone, Civico Museo d'Arte.
Purtroppo per Zuccaro e nonostante i forti legami che egli tenne sempre con la
terra natia - testimoniati anche da alcuni dipinti come il Ritratto di
Eleonora Gattorno con il figlio Gustavo6
- non lasciò alcun lavoro pubblico a San Vito al Tagliamento, con stupore degli
stessi artisti friulani dell'epoca, tanto da far scrivere al pittore e critico
udinese Antonio Picco: "restammo stupefatti che in varie opere di pittura fatte
eseguire dai Sanvitesi nell'elegante tempio della Madonna di Rosa, non si siano
essi ricordati del loro artista concittadino, almeno per avere un saggio della
sua valentia tanto apprezzata dai cultori d'arte stranieri e nostrani"
7.
Matteo Gardonio
NOTE
1
A. FORNIZ, Antonio Zuccaro
pittore ottocentista di S. Vito al Tagliamento, "Itinerari", 30, 1971, pp.
53-62; M. SACCOMANI Il Ristauro della Loggia comunale di Udine e gli
artisti friulani (Note Critico-Biografiche), Udine 1878, pp. 27-28.
Per un profilo si veda anche V. GRANSINIGH, scheda, in Tra Venezia e Vienna.
Le arti a Udine nell'Ottocento, catalogo della mostra di Udine, chiesa di
San Francesco 19 novembre 2004 - 30 aprile 2005, a cura di G. BERGAMINI,
Cinisello Balsamo 2004, p. 442.
2
M. SACCOMANI, Il Ristauro ... cit.. pp. 27-28.
3
M. SACCOMANI, Il Ristauro ... cit., p. 28.
4
A. FORNIZ, Antonio Zuccaro ... cit, pp. 53-62
5
Ringrazio il direttore del
Museo d'Arte di Zagabria, prof. Miroslav Gasaprovic, per la collaborazione.
6
Pordenone, Civico Museo d'Arte, cfr. V. GRANSINIGH, scheda ... cit., p.
442, che segnala altri ritratti del pittore in collezione privata sanvitese.
7
A. Picco, Scritti vari 1881-1896, Biblioteca Civica V. Joppi di Udine
(articoli di giornale raccolti in volume). Per uno strano scherzo della sorte il
Santuario della Madonna di Rosa presso San Vito al Tagliamento venne distrutto
completamente durante gli eventi bellici del 1915-18.
Arte in Friuli, Arte a Trieste
N°25
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Edizioni della Laguna