Rossana Bossaglia
Un inedito di Pompeo Mariani
Pompeo Mariani, Lanca del Ticino,
1890-95 ca, Collezione privata.
Se c'è un artista, tra quelli che rappresentano le scelte amatoriali fra Otto e
Novecento, che sia stato ricercato dai collezionisti, imitato dai compagni di
cammino e copiato per evidenti motivi mercantili, questi è Pompeo Mariani.
Appartenente a quel filone che viene impropriamente definito "impressionismo
lombardo", specializzato nel vedutismo paesaggistico e nella raffigurazione
della società mondana, inserito nella scuola di Monza che ebbe appunto in quel
periodo una sua specifica fisionomia, Mariani sviluppo' una pittura godibile
anche da parte di un pubblico medio per la ricchezza e varietà delle attrattive,
ma insieme di grande finezza culturale. Girovagò per molti paesi, giungendo sino
all'Africa settentrionale e sostando a Parigi in diverse occasioni; non è
necessario ricapitolare qui il suo percorso essendo egli stato oggetto, anche di
recente, di minuziose ricerche e di significative esposizioni: ultima quella
tenutasi nella Villa Reale di Monza, a cura di Marilisa Di Giovanni e Anna Ranzi,
il cui sostanzioso catalogo (Pompeo Mariani 1857-1927. Poesia della natura,
fascino della mondanità, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo, 2002)
contiene anche una esauriente bibliografia.
Malgrado ciò, e appunto per la fama acquisita dall'artista sia durante la sua
vita sia in tutto il corso del ventesimo secolo — a dispetto delle intervenute
variazioni di gusto — esistono ancora sue opere inedite, soprattutto
appartenenti a collezionisti privati, alcuni dei quali poco interessati a
inserirli in una pubblica schedatura. È proprio in questa atmosfera si è
verificata l'atmosfera dei falsi, che hanno privilegiato due tipi di modelli: i
paesaggi a sguardo ravvicinato, con speciale riferimento alle langhe popolate di
anatre — spesso nel mirino dei cacciatori —; e le serate mondane nei casinò
della riviera franco-italiana. Il primo gruppo appartiene ancora all'attività
giovanile dell'artista, o meglio alla sua prima maturità, verso la fine
dell'Ottocento.
È in questo va inserito il dipinto che si presenta qui (firmato in basso a
destra, olio su tela, cm 90 x 50) e che viene qui proposto nell'intenzione,
appunto, di sottolineare come, malgrado l'abitudine di Mariani di ripetere
spesso i suoi soggetti, evidentemente richiesti dal pubblico, la freschezza
espressiva di speciale qualità — oltre, ovviamente, alla databilità delle
materie usate — garantisce l'autografia dell'opera; nonostante il numero di
imitazioni che circolano su questo soggetto — e, anzi, mercé il confronto con
varie di esse. Si guardi al timbro omogeneo, ma nel profondo sottilmente
variato, della tavolozza; si guardi alla vitale animazione conferita alla scena
dalle differenziate posture dei volatili (per loro fortuna questa volta non
presi di mira dai cacciatori). Vale la pena di segnalare tali caratteristiche
proprio per difendere l'immagine di Mariani da quella dei suoi imitatori o dei
suoi falsari.
Rossana Bossaglia
ARTE Documento
N°19 2003
©
Edizioni della Laguna
P.S.: Nel testo corrente sono
state omesse, per questioni di spazio, le note dell'autore.