"Restituzioni '95". Un panorama archeologico

 

 

Giovanna Luisa Ravagnan
 

 

 

 

1. Corredo funerario. 500-480 a.C. Adria (Rovigo), Museo Archeologico Nazionale.


Le opere proposte dalla Soprintendenza archeologica per il Veneto per essere restaurate grazie al contributo del Banco Ambrosiano Veneto nell'ambito del progetto "Restituzioni 1995", coprono un ampio arco cronologico, dal XIV-XIII secolo a.C. al VII secolo d.C., testimonianze materiali significative e talora eccezionali della storia culturale del Veneto.
Anche per la necessità di complessi interventi di restauro, finalizzati al recupero globale di dati utili alla ricostruzione storica, tanto da procedere, dove necessario, allo scavo stratigrafico in laboratorio, sono stati prediletti corredi e manu-fatti provenienti da tombe che, come noto, conservano preziosi documenti della vita del passato, essendo la sepoltura in molti casi ricca di elementi del vivere del defunto, indizi e simboli di credenze religiose e ideologie societarie.
Così le Tre spade bronzee dalla necropoli dell'Olmo di Nogara, (Verona) parte minima di un complesso di 503 sepolture finora indagate, quaranta delle quali presentano quest'attributo nel corredo, illustrano la presenza nel Veronese, tra media e recente età del bronzo, di una classe aristocratica connotata da ideologia guerriera, capace di possedere armi di alta qualità e tecnologia, prova inoltre di rapporti con l'area danubiana.
Notizie assai importanti provengono dal Corredo funerario rinvenuto a Limade di Caverzano (Belluno), costituito com'è da un complesso di oggetti in associazione particolare, diversa rispetto ai noti corredi coevi delle tombe di pianura, nonché a quelli di influenza halstattiana della cerchia perialpina. Il corredo, che l'operazione di restauro ha potuto riconoscere esse-re stato avvolto in stoffa, testimonia inoltre l'importanza che assunsero tra fine VI secolo e inizi V secolo a.C. le comunità alpine della media e alta valle del Piave, "protagoniste dell'approvvigionamento, controllo e commercio dei metalli".
Significativa conferma del ruolo ricoperto dal Bellunese quale tramite tra i centri della pianura e quelli minerari e metallurgici delle Alpi, è data dal rinvenimento sul monte Nenz di una Chiave halstattiana. Databile nella seconda metà del VII secolo a.C., questa chiave a gancio, eccezionalmente integra, apre altresì spiragli per la conoscenza cultuale, data la stretta correlazione con il mondo femminile attestata anche dal mito.
Aspetti diversi di civilizzazione e cultura presentano i Corredi tombali di Ca' Ci-ma di Adria e di Dueville. L'uno, exemplum unicum per associazione di materiali in una necropoli che si sta rivelando di enorme ampiezza, riporta al periodo di grande floridezza dell'emporion adriese tra fine VI e inizi V secolo a.C., "quando Etruschi, Greci e Veneti frequentavano quel porto". Gli altri invece illustrano le caratteristiche tipiche delle tombe longobarde, come attesta la presenza di scramasax e delle guarnizioni in ferro della cintura per la sospensione delle armi, che, dalle analisi effettuate per il restauro, appaiono ricoperte da una pseudo placcatura in stagno.
Caso a sé per il complesso dibattito apertosi negli anni, dal rinvenimento nel 1937 fino ai nostri giorni, in ordine a identità, originaria destinazione, cronologia e finanche autenticità, costituisce il Ritratto virile in bronzo cosiddetto "del Pestrino", che, grazie proprio all'intervento di restauro che ha consentito l'indagine sulla tecnolgia, è stato riconosciuto come un originale, pertinente a una statua di destinazione onoraria, ascrivibile ad epoca tardorepubblicana augustea e prodotto da officina di ambito norditalico.
 


 

 

ARTE Documento N°9                                                               © Edizioni della Laguna