Dorigo / Venezie
sepolte nella terra del Piave: una sterminata attività di
ricomposizione di conoscenze
Giandomenico
Romanelli
Scavo di M. Tombolani
nell'area della prima e seconda basilica di Equilo, 1987; in primo
piano la zona absidale.
Tre amministrazioni comunali, quelle di Jesolo, Eraclea e Ceggia alla
lodevole ricerca delle proprie più lontane radici storiche nel desiderio
di conoscere approfonditamente vicende e vicissitudini della formazione
e trasformazione del loro territorio, hanno attivato una ricerca
affidata a Wladimiro Dorigo. La ricerca ha prodotto una importante serie
di materiali intermedi di lavoro e, soprattutto, un risultato imponente
e sostanzioso, Venezie sepolte nella terra del Piave. Duemila
anni fra il dolce e il salso. Ne riferiscono nelle pagine che
seguono con particolare competenza e dominio della materia due studiosi
che in aree analoghe e affini molto hanno prodotto e che sono ben noti
nel mondo delle lettere, degli studi e nelle attività scientifiche: sarà
sufficiente limitarsi a ricordare solo alcuni passaggi della loro
produzione.
Raymond Chevallier, professore emerito, già ordinario di Civiltà latina
nell'Università Francois Rabelais di Tours e presidente del Centre des
Recherches "A. Pigagniol". La sua produzione è estremamente vasta, con
particolare riferimento alla verifica, allo studio e all'analisi dei
risultati di indagini compiute attraverso metodologie di nuova
definizione: egli è, tra l'altro, presidente anche della Società
francese di Fotogrammetria e fotointerpretazione. La sua competenza nel
mondo dell'archeologia analizzata secondo tali metodiche è un punto di
riferimento di particolare significato e importanza per tutti i cultori
della materia. Fra i suoi numerosissimi titolo: L'Avion à la
découverte du pascé (1964) poi ripreso e riproposto in termini più
generali in La photografie aérienne (1973); fra i testi di
carattere monografico, si ricordano Les vois romaines (1972),
Provincia (1982) e il fondamentale, recente La romanisation de la
Celtique du Po. Essai d'Histoire provinciale ben noti e
utilizzati dagli specialisti.
Lorenzo Braccesi, già ordinario nelle Università di Torino e Venezia, è
oggi titolare a Padova di Storia greca. Anche i suoi studi sono di
grande importanza e significato e, tra l'altro, si collegano in maniera
più o meno diretta ad alcune delle tematiche affrontate anche nell'opera
di Dorigo; basterà ricordare soltanto La città adriatica del
1971, riedita nel 1977; lasciando i numerosissimi altri titoli, sarà da
ricordare almeno l'ultimo, quel L'avventura di Cleonimo. A
Venezia, prima di Venezia (1990) dedicato al mito della fondazione
di Padova.
Vi sono aspetti di quest'imponente fatica di Dorigo che, anche per il
lettore non particolarmente e specificamente preparato sulla materia,
quale io sono, tuttavia colpiscono per la profondità e ricchezza del
materiale trattato e degli esiti cui tale lavoro perviene.
La validità del metodo di indagine messa in atto da Wladimiro Dorigo: a
questo egli già ci aveva abituato in un'opera fondamentale - e, debbo
dire, ancora non sufficiente utilizzata da storici e archeologi - per
l'importanza, la complessità e la ricchezza degli spunti che ha offerto:
Venezia e origini (1983), che, per altro, il mondo degli studi
riconosce come un caposaldo irrinunciabile per l'indagine sulla Venezia
degli albori. Ritroviamo qui quel metodo di incrocio e di confronto non
solo fra i dati ma fra i saperi che oramai costituisce un elemento
distintivo del modo di lavorare di Dorigo. Questo tessere e comporre il
mosaico delle informazioni, dei reperti, delle conoscenze accostando
l'esito della ricerca archivistica con quello della ricerca sul campo,
con quello della rivisitazione bibliografica in una davvero sterminata
attività di ricomposizione di conoscenze che nessuno aveva fino a ora
tentato e di cui, però, si sentiva urgentemente la necessità, tutto ciò
porta a esiti insperati e di grandissima originalità e novità.
Per prima è quindi la questione del metodo quella che si raccomanda in
termini pressanti e irrinunciabili.
E vi sono anche questioni di merito che tuttavia ci stupiscono, una
volta ancora per la novità d'approccio e per l'importanza degli esiti.
Ne ricorderò - non
essendo né antichista né medievista - una soltanto: dedicata all'età
moderna del territorio che viene così attentamente, approfonditamente e
minuziosamente indagato.
Si tratta della creazione - certo non voluta così come si ebbe e negli
esiti disastrosi in cui sfocò - del così detto Lago della Piave,
frutto di inesperienza, insipienza, di incapacità di governo, di
incompetenza dei tecnici veneziani del XVII secolo. Le conseguenze di
questa vicenda in termini di struttura, di morfologia, di corsi sociali
di un vasto brano di territorio aggredito e poi abbandonato dagli
ingegneri della Serenissima Repubblica furono disastrose e tuttavia
l'occasione venne rimossa, celata o dissimulata per buona parte dentro
le pieghe della retorica venezianista e di una diffusa e disgustosa
esegesi celebrativa.
Anche in un episodio come questo, Wladimiro Dorigo ci invita a rileggere
tanti saperi acquisti, tanti dati sino a oggi magari proposti in
indagini non sufficientemente accorte, ci invita a guardare oltre, più
attentamente, a indagare senza pregiudizi e precomprensioni il cammino
dei fatti che hanno segnato le vicende di questo territorio.
Probabilmente sarebbe interessante che analisi analoghe a questa sul
Lago della Piave fossero compiute anche su altre vicende e su altri
decantati meriti - o demeriti - della storia della Repubblica di
Venezia.
In una vicenda come questa, un metodo nuovo d'approccio alla materia ha
condotto a risultati insospettabili ancora nel momento in cui la ricerca
era stata avviata.
Ma anche in siffatte circostanze, va detto, e alla luce di tali
risultati, dovuti, lo si ripete, alla puntigliosità, all'acribia, alla
dimensione del lavoro di indagine, abbiamo la conferma che la
munificenza e la lungimiranza di tre amministrazioni comunali nel
conoscere, scoprire e considerare la propria storia per progettare il
proprio futuro è stato un investimento, una scelta amministrativa
sicuramente encomiabile ed esemplare. Non tanto perché non siano
importanti le iniziative che altre amministrazioni compiono in favore
della storia locale: ma perché certamente la dimensione e l'impegno di
un'impresa come questa marcano, con la qualità degli esiti, la
differenza di un intervento la cui portata e il cui raggio d'azione, la
cui caratura culturale risultano, in sostanza, esemplari e punto di
riferimento per un complessivo rinnovamento della maggiore storiografia
di Venezia e del suo territorio.
Il 27 gennaio
1995 nell'Auditorium Santa Margherita dell'Università Ca' Foscari di
Venezia è stato presentato il volume di Wladimiro Dorigo, Venezie
sepolte nella terra del Piave. Duemila anni fra il dolce e il salso,
promosso dalle Amministrazioni comunali di Jesolo, Eraclea e Ceggia ed
edito da Vicila. Sono intervenuti i professori Giandomenico Romanelli,
Raymond Chevallier, Lorenzo Braccesi e l'Autore. Per la rilevanza dei
temi e per l'originalità del taglio e dei contenuti scientifici degli
interventi, siamo lieti di pubblicarli in estratto dagli atti.
ARTE Documento
N°9
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Edizioni della Laguna