La ditta Ars Pulchra fu fondata da
Bartolomeo e Matilde Camisassa nel 1935 con sede a Torino, in Corso Altacomba, 7 (ora
Corso Svizzera) a Torino. La produzione prevedeva un impasto
di caolino, acquistato in Veneto in grossi pani, che venivano poi
miscelati con un ben preciso quantitativo d'acqua, in una macina
contenente pietre di fiume. L'impasto liquido ottenuto era colato nelle
forme in gesso fabbricato da artigiani specializzati su modelli
originali in creta.
Una volta asciugato il pezzo passava alle ritoccatrici che con abilità e
delicatezza ripulivano la fragile statuina in terra, dai segni lasciati
dalla forma e dalle imperfezioni dovute alla cottura.
Avveniva quindi la cottura nei tre grandi forni elettrici ad una
temperatura di 1200?. Il "biscotto" così ottenuto passava al reparto
"pittrici" (decoratrici) che con l'aerografo e poi a mano, con ore di
lavoro preparavano con abilità pazienza e buone doti artistiche le
ricche decorazioni. I pezzi decorati venivano immersi nella "vetrina" e
nuovamente passate nei forni per una seconda cottura, a 1100?. Alcuni
modelli erano così pronti per la vendita, altri prevedevano un'ulteriore
decorazione. L'oro, l'argento ed alcuni particolari rossi venivano
lavorati in "soprasmalto", e rimessi a cuocere al forno ad 800/900?.
Vanno ricordati due nomi: Ugo Rossignoli, capocolatore, e la
capopittrice ed esperta miniaturista Miniotti. Vi era il tornitore che
creava vasi in una grande varietàdi forme e formati, che venivano
decorati spesso con soggetti richiesti dai clienti. I costi elevati
della lavorazione artigianale successivamente determinarono dopo gli
anni Cinquanta - come si ?visto - la crisi della manifattura di contro
all'affermazione delle ceramiche industriali.
I pezzi ceramici iniziarono, contestualmente, ad essere venduti anche
tramite rappresentanti a negozi specializzati e, per certe produzioni
pubblicitarie, direttamente alle ditte committenti.
La produzione dell'Ars Pulchra era incentrata principalmente sulla
tipologia femminile e infantile (più che folkloristico-religiosa),
risentendo inizialmente dei modelli della Lenci e concorrendo con essa
anche sul mercato estero. Fino alla seconda guerra mondiale ottimi
furono i riscontri economici, anche per le capacit?di alcuni scultori,
in primis di Otto Maraini, creatore di alcuni pezzi unici di grande
successo, ?improntate su soggetti femminili, in sintonia con la linea di
prodotti che si affiancava a quella d'ispirazione religiosa, seguendo la
domanda del pubblico degli anni Trenta?, quali la Domatrice, del 1940,
Il Progresso che supera il tempo ed una serie di maschere, all'incirca
coeve; ed il già affermato Giovanni Masoero, collaboratore dell'Ars
Pulchra in virt?dell'amicizia con il Camisassa creatore di soggetti
esotici, fantastici e nudini. Gli esordi della produzione della
manifattura Ars Pulchra si inseriscono appieno nella stagione più matura
dell'
Art D?o.
L'Ars Pulchra, in seguito ai danni causati dai bombardamenti del 1941,
trasferì la propria sede, dotandola di laboratori più ampi, presso il
Lungo Po Cadorna, al n. 3. L'espansione della ditta oltrepass?i confini
nazionali ed allarg?le esportazioni fino in Sud America, divenendo
quest'ultimo il suo principale mercato, come ancora oggi testimonia la
cospicua presenza ivi di opere dell'Ars Pulchra. Furono così ripagati,
anche sul piano morale i tanti sacrifici che il Camisassa affrontè con
grande dedizione. La collaborazione di validi e spesso giovani scultori
- determinata anche dalla morsa della concorrenza industriale - fu un
tratto caratteristico dell'Ars Pulchra; l'ultimo significativo ingresso
nel 1955, quello di Pier Giorgio Romerio, che si associè al Camisassa.
L'attività dell'Ars Pulchra cess?nel 1962.
Maria Grazia Gargiulo
TESTI DI RIFERIMENTO:
Maria Grazia Gargiulo - Ars Pulchra
1935-1962, Ceramiche del Novecento Italiano.
Pacini Editore
Sitografia:
Sandro Vacchetti e la ESSEVI